Tipi da Facebook

Oramai il caro faccialibro è parte integrante e radicata del costume nostrano, quantomeno tra i giovani. Se un paio d’anni fa il suo nome poteva essere l’ennesimo riferimento cervelloticamente tecnologico nei dialoghi tra nerd, ora sfido chiunque a sostenere una conversazione non impegnata senza nominare l’odetamato social netuork.

Come ogni fenomeno di vasta scala che si rispetti, esso si merita un’analisi semiseria circa le tipologie di utenti che lo popolano, nella speranza di poterlo vivere in maniera più sana e meno compulsiva: per quanto ci sforziamo di apparire fighi ed interessanti, nessuno dimenticherà mai le goffe gaffe delle medie no?

1. Il depresso cronico.
Tutti noi, chi più chi meno, chi a lungo chi per breve tempo, stiamo male. Lui no, lui soffre sempre, e molto più di quanto tu non potrai mai patire durante la tua esistenza. Alterna considerazioni generali (“questa vita fa fottutamente schifo”, “la farò finita prima o poi”) a riferimenti puntuali (“non pensavo questa giornata di merda avrebbe potuto riservarmi anche altro”, “con tutti i cazzi che ho doveva succedermi anche questo”).
Ogni tanto il Valium agisce meglio, e si intravede un barlume di speranza (“Forse, e dico forse, qualcosa sta cambiando. il peggio è alle spalle. Ci credo.”), per poi ricadere nel pessimismo ultracosmico (“Lasciatemi stare, non contattatemi. Vi odio. Mi fa schifo tutto. Ma anche se leggete so che non ve ne frega un cazzo. Chiamare ore pasti.”). Dai amico, la vita è una merda, ma se ce lo rammenti sempre su fb vuol dire che hai un computer più o meno funzionante: ti do io un paio di siti che ti tireranno su il morale, e non solo.

2. La taggatrice folle.
Fino a qualche tempo fa era lecito pensare che quei graziosi oggettini fidi compagni di serate per alcune vostre amiche, che rispondono al nome di compatte [gli oggettini, non le amiche ahimé], vi avrebbero ritratto in un paio di occasioni al massimo, e che sarebbero finite in qualche recondita cartella dei loro pc, per ivi rimanere senza recar danno alcuno. Invece ora non fai in tempo a tornare a casa che sei già stato individuato in almeno 21 foto, di cui 18 con espressioni orrende, 2 in cui c’è solo un vostro alluce, ed infinite una semidecente che state per selezionare per il profilo quando però vi accorgete che siete a fianco di persone molto più belle, sorridenti e fotogeniche di voi, che vi faranno sembrare comunque un quadro di De Chirico.
Perché ci fai questo? Perché costringi le nostre serate ad essere delle veglie ipertese, delle sfide contro il flash, delle agonie fotografiche? Non potreti sfogare le tue velleità ritrattistiche tra i bikini di Copacabana o San Diego? Te ne saremmo grati, qualcuno ti pagherebbe anche il viaggio. Di sola andata credo.

3. Il musicologo compulsivo.
Posta dai 15 ai 72 video al giorno, di cui la metà sono live, inediti o rarità. Lancia feroci anatemi nonché oggetti reali contro chiunque osi non commentare positivamente il materiale pubblicato, invitandoli ad ascoltare ulteriori link affinché si ricredano.
Accompagna ogni brano con frasi ad effetto, stralci di canzoni, encomi malcelati, dichiarazioni strappalacrime, testimonianze di concerti. E se non cogli le citazioni non sei solo fuori dai suoi amici, ma fai bene ad affacciarti di tanto in tanto e controllare se la tua macchina è ancora integra. Disprezza profondamente chi posta brani sputtanati e dal Like facile [Hallelujah anyone?], ma in fondo anche lui si prodiga a cercare consensi, specie se femminili: l’onanismo sul numero dei MiPiace ai propri link è esercizio quotidiano.
Abbiamo capito che ti piace quel trio un po’ sperimentale, un po’ retrò, un po’ tanto sfigato di un liceo di Nottingham. Davvero. Ora basta però.

4. Il cazzaro a 360°.
La rete è piena di materiale buffo, ed è gradevole ogni tanto visionarlo e strapparsi un sorriso. Lui invece nella migliore delle ipotesi fa fisioterapia ai muscoli facciali, nella peggiore ha una paresi contratta durante una risata isterica. Lui ha visto TUTTI gli scherzi di youtube, letto tutte le barzellette, preso parte a tutti i gruppi che contengano anche solo un accenno di battuta nel titolo. Che c’è di male se vuole essere allegro? Nulla, ma per colpa sua i miei feed sono tappezzati di amenità opinabili, stronzate indecenti, scurrilità deprimenti - “A REGAAAAAAA’ TAJATEVE VE PREGO STO A MORIIIII!!!!1!11one!”. Ti passo qualche contatto della prima categoria definita, saprete farvi compagnia.

5. Il lapalissiano abitudinario.
Il malumore nei confronti di chi si iscrive a gruppi riferentisi ad attività scontate e banali è molto spesso sfociato nella creazione di gruppi che denigrano tali appartenenze, e molti hanno quindi desistito dal perseverare in tali sottoscrizioni. Molti ma non tutti.Lui continua a ricordarvi che d’inverno fa freddissimo, d’estate fa caldo, che si rompe i coglioni a scuola, che è stanco di lavorare, che gli piace la figa [e che difficilmente la vedrà se continuerà a scrivere stronzate tutto il giorno su fb ndr], che gli piacciono cibi gustosi [ma va, pensavo vi piacesse mangiar merda!], che gli piace far casino con gli amici [credo intenda scrivere in maiuscolo nella chat di fb]...fino a completare una sterminata sequenza di frasi incompiute, tutte nate per terminare con la formula paleocristiana che, in quanto intraducibile, provo a rendere con “e sticazzi non ce li metti?”.
Tutto questo ovviamente quando la sua attività verbale è appannaggio dei gruppi o delle pagine di cui diventare fan. Se invece deve informarci circa le sue attività quotidiane allora l’agonia si prolunga: “aah ora vado a farmi una bella doccia” - pensi davvero che se non sei Megan Fox ci può remotamente interessare il fatto che tra pochi istanti staccherai i tuoi polpastrelli umidicci dalla tastiera per poi porre le tue abbondanti membra sotto l’acqua? “sono stanchissimo, vado a letto” - maddai, pensavo avessi ancora anfetamine di riserva! Pardon ma il paleocristianesimo si impossessa ancora una volta di me : E STI CAZZIIIIIIIII!!!1!

6. Il predicatore leninista.
Un acuto ed illustre pensatore del 19° secolo, che qui non nominerò per mettere alla prova il vostro acume, accusava fortemente chiunque si prodigasse in opera di proselitismo, in quanto vedeva in esso il germe del comando e del plagio.
Bene, questi signori durante le ore di filosofia del liceo che non parlavano di CarloMarx, erano a farsi gran trombe al cesso a quanto pare, visto che rinnegano puntualmente gli insegnamenti del teutonico intellettuale, per ricordarci ad intervalli quantistici le malefatte di Berlusconi [tranne le cessioni di Sheva e Kakà, ndr], gli appuntamenti a soporifere conferenze su come misurare la superficie della Siberia tramite copie de Il Capitale, o come spruzzare più lontano mentre ci si ama davanti ad una gigantografia del compianto Berlinguer. Spinoza.it è molto più efficacie, e soprattutto molto meno pachidermicamente nostalgico - aggiornatevi, Togliatti oramai è solo una via cara a Gasparri.

Menzione d’onore a due categorie trasversali: la prima è quella delle fighe doc, che grazie ai documenti fotografici da esse pubblicate dà origine al vastissimo insieme complementare che ci comprende tutti, quello cioè dei voyeur telematici; per quanto proviamo a coprirci dietro link, commenti, amicizie, note, siamo qui per un motivo solo. Sì, il più semplice dei poligoni, avete indovinato.