Intervista immaginaria per critica musicale militante.

Nell'era dell'informazione accentrata, della convergenza delle idee, dell'agorà telematica, risulta anacronistico e forse poco lungimirante isolarsi e rinunciare alla visibilità dei bistrot 2.0, per chiudersi invece nella torre d'avorio del proprio semisconosciuto sito.

Sicuramente dietro una scelta simile ci saranno delle ragioni, e chi meglio di una persona che l'ha intrapresa ci saprà spiegare, no?

–Assolutamente.

Perdoni la maleducazione, non mi sono presentato. Sono Indipendenzio Occhialoni, e scrivo per la testata di Rocco Indi, conoscerà senz'altro..

–Così è.

..e sono qui per sapere la sua opinione in merito ai fermenti culturali degli ultimi anni, specie in ambito musicale. Lei scrive di musica, no?

–Si può dire di sì. Ma solo di quella che mi piace, non sono asservito né ad etichette né a decenni particolari, sebbene abbia alcuni pregiudizi, che coltivo con cura. Come sedi scelgo preferibilmente questa pagina, e una webzine che mi offre gentilmente spazio in cambio di apologetica nei confronti della dodecafonia precolombiana. Bisogna essere dei cuori di pietra per rivalutarla, in confronto il ciuffo di Hitler sarebbe stato roba da L'Oreal o poco più.

E le piace la musica di oggi?

–Non esiste una "musica di oggi", o almeno esiste solo per coloro i quali si ostinano ad avere un approccio sequenziale all'arte. La musica di oggi per me è quella che scopro giorno per giorno, sia essa di 30 anni fa o della settimana scorsa. Poi certo, è necessario ed interessante avere chiaro il contesto in cui è stata realizzata, cosa è venuto prima e cosa dopo, ma nella scansione lineare del tempo si annida il concetto di ordine, ed in esso ancora quello di migliore e peggiore, che finiscono per generare ulteriore pregiudizio. In ogni modo se Curtis non ci avesse salutato così presto, tanti gruppetti di oggi si guarderebbero bene da plagio selvaggio cui il materiale di Ian è periodicamente sottoposto, per dire.

Trenta secondi di flusso di coscienza circa i suoi gusti.

–La roba di prima su Curtis la dico per umidificare i leggings di ragazzine neo-goth-indie-diocan-qualcosa, ci tengo a precisarlo. E' comunque vero però. Sta già contando? Vado allora - progressiveRock, non troppo neoprog con quelle tastiere anni '80 del cazzo che suonano antichissime, non troppo acustico che pare folk da eunuchi, poi rock anni '90 che sa essere con le palle anche senza suicidi tipo gli Smashing, elettronica non troppo cerebrale, direi AFX che è un po' cerebrale ma alla fine cazzo vuoi dirgli, poi i Dream Theater "che sono tecnici ma troppo fredd"i come dicono tutti quelli che non hanno ascoltato mezza nota loro ma devono riempirsi la bocca con qualcosa di diverso dai cazzi che di solito smussano con le gengive, mi sa che siamo sul minuto abbondante, per cui chiudo con gli Slowdive che ogni essere umano deve conoscere se vuole considerare degna la propria esistenza.

Sì, è andato un po' oltre, ma fa nulla. Pensa la scena musicale odierna sia piena di wannabes?

–Sicuramente, come in ogni contesto in cui ci sia una platea. Per fortuna un terabyte di musica in costante crescita ti mette al sicuro da certa gente. Pensa che in Texas fanno scegliere tra iniezione letale e Bat Fur Lashes, e non si trovano più siringhe. In ogni caso si fa roba ottima pur con riguardo al passato - i primi che mi vengono in mente sono gli Interpol o gli Have a Nice Life. Deathconsciousness da solo si porta via 10 anni di neofrangette. Ok, gli Interpol sono gruppo spalla degli U2 nella tournee europea, ma anche Ungaretti aveva aderito al fascismo; sono scelte si spera vengano valutate per quel che sono: cazzate.

Lei ha stilato i suoi Best of '00s?

–No, non ho cultura sufficiente, lo ammetto. E poi sono tutte classifiche molto settoriali, gente che non ha messo Lateralus tra i primi 20 dischi del decennio appena terminato o è in malafede oppure non sopporta nulla che eluda voce chitarra e banjo. Se non si era capito mal sopporto il neofolk. Quando avrò la mia villetta nel Kansas e saremo solo io, il mio cane,la mia armonica ed i miei arresti domiciliari allora ne divorerò in quantità, ma per ora voglio conservare i miei timpani intatti. In ogni caso ho preso questi elenchi per quel che sono, cioè un'occasione per conoscere materiale nuovo. Se devo scegliere un sottogenere interessante e relativamente nuovo, indico il post-metal: ok lo sludge e lo stoner rock sono retaggi che ebbero discreta fortuna negli anni '90 [Neurosis? Kuyss?], ma la fusione di tutto con tinte post-rock trova massima espressione solo in un momento successivo. Chessò, Isis. O maudlin of the Well, anche se questi fanno astral-metal e pisciano in testa al 97% di quella merda che vi ascoltate voi e pitchfork, e quella zoccola hipster che non ve la darà mai perché sbava dietro a un metallaro del liceo. Che nel suo intimo però ascolta neofolk ma ha timore ad ammetterlo, se non altro perché gli fracasserei il cranio. Tirandogli dischi degli Animal Collective.

Non trova certo metal superato?

–No, trovo superato dire che qualcosa lo è. In ogni caso quando superate Shadow Gallery o i primi 7-8 anni di Opeth fatemi un fischio. Vabè gli Opeth hanno un po' stancato con gli ultimi due album, stessa solfa ipnotica anche se lui ha troppo carisma e riesce a colpirmi sempre. Ah già che ci sono, per chi dice che Damnation fa dormire: è vero, io lo uso spesso a tal scopo, e faccio sempre ottimi sogni cullato da Akerfeldt. A volte essere meno aggressivi paga. Come a poker.

Ultimo pensiero: il suo più grande rimpianto musicale?

–2000, terzo anno di superiori, Smashing Pumpkins a 5 km da casa mia. Non li conoscevo, e pochi mesi dopo si sciolsero. A meno di clamorose smentite, non potrò più ascoltare uno dei miei gruppi preferitissimi nella sua formazione ottimale. Hello goodbye, you know you made us cry..

La ringrazio per il tempo concessomi, spero di rivederla presto.

–Oh, il tempo è denaro. Ma il denaro non è nulla in confronto alla musica. A presto, signor Indipendenzio.

A presto, diego.